mercoledì 25 marzo 2020

Un film al giorno: Il racconto dei racconti



Il racconto dei racconti, ovvero l’intrattenimento non per bambini

Le fiabe folkloristiche sono caratterizzate da un forte senso di brutalità, bizzarro e grottesco, ma questi elementi sono stati col tempo sempre più tralasciati per andare incontro al gusto di un pubblico infantile e perseguire un fine puramente educativo. «Addolcire la medicina con il miele» diceva Lucrezio, e ciò anche a costo di sacrificare l’aspetto più cupo e intrigante di un intero genere letterario.
Fortunatamente, non è questo il caso de Il racconto dei racconti, film del 2015 diretto da Matteo Garrone (regista di Gomorra) con Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, Shirley Henderson, Stacy Martin. Parte del cast sono anche due italiani, Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini.
Ispirato a Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille, raccolta di 50 fiabe in napoletano scritte da Giambattista Basile all’inizio del XVII secolo, il film tratta in particolare i racconti La pulce, La vecchia scorticata e La cerva fatata
Il legame tra questi (quasi irrilevante, alla maniera ovidiana nelle Metamorfosi) sono tre tematiche connesse alle figure femminili – maternità, sensualità, matrimonio – che vengono completamente stravolte.
Le diverse storie coesistono nello stesso universo fatto di scenari di lussuria che ricordano orge bacchiche, di donne bellissime che sembrano uscite da dipinti preraffaeliti, ma anche di visioni inquietanti e insolite e di bestie ripugnanti. Iconica è la scena in cui la regina di Selvascura (Salma Hayek) divora un cuore gigante per compiere un incantesimo e poter avere un bambino.
Frequenti sono momenti come questo, in cui prevale il silenzio per dare spazio ad una recitazione molto incentrata sulla fisicità e sugli atteggiamenti: questo meccanismo rispetta l’intento originario del genere di non far provare attaccamento verso i personaggi, ridotti a meri simboli del vizio, ma piuttosto indurre a ricavare un insegnamento dalla storia. Ad essere biasimate sono le ossessioni che accomunano tutti i protagonisti: sia che esse riguardino la maternità, il matrimonio, il sesso, l’intrattenimento o la fuga, sono in ogni caso portate ad un’esasperazione tale da diventare motivo di decadenza e rovina. Tuttavia, il trasporto in questo mondo fantastico e orribile è tale da mettere in secondo piano proprio la morale della favola.

Maria Elena Prudente

1 commento:

  1. Una delle scene più emozionanti e crudeli di tutto il cinema, come solo le fiabe possono essere

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