lunedรฌ 30 marzo 2020

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“Questo respiro, non puoi piรน dimenticarlo!”
 Termina cosรฌ una frase del discorso tra Susy e Sara (rispettivamente Jessica Harper e Stefania Casini), due dei personaggi chiave del film Suspiria, diretto da Dario Argento, nel 1977 (ricordate questa data!), e tratto dal romanzo Suspiria de Profundis di Thomas de Quincey. 
La storia narra di una giovane ragazza americana, Susy Brenner,  che decide di trasferirsi a Friburgo, in una prestigiosa accademia, per proseguire i suoi studi di danza classica.  Nella scuola stringerร  una forte amicizia con Sarah, e insieme, le due scopriranno che qualcosa di piรน malvagio si nasconde dietro quelle mura, qualcosa che va oltre il razionale e prescinde dall’immaginazione. Ognuno dovrร  trovare il coraggio di scampare al proprio destino.
La pellicola fece discutere molto, pareri contrastanti venivano da ogni parte della scena culturale italiana e non solo: mentre all’estero erano tutti entusiasti del capolavoro del maestro romano, in Italia c’era chi sosteneva che Argento avesse creato un’opera destinata ad entrare nella storia del cinema e chi, in modo piรน scettico, sosteneva che, rispetto al precedente film, Profondo Rosso, il regista “ […]  in una progressiva divaricazione si affina e si deteriora nello stesso tempo” (Tullio Kezich, Il Nuovissimo Mille Film. Cinque anni al cinema 1977-1982). 
Dopo piรน di quarant’anni dalla sua uscita, possiamo affermare che avevano ragione i piรน fiduciosi: il capolavoro di Argento, ancora oggi, rientra in quei film che hanno dato i natali al genere horror, dove, lo sperimentalismo e l’audace accostamento di mezzi scenici, secondo nuove linee guida,  hanno dato le basi a quei film horror che oggi ci possono sembrare stereotipati e caratterizzati da schemi ripetitivi.
Infatti, nel 2018, Luca Guadagnino, regista italiano, riprenderร  la cornice (e con essa tanti altri subdoli particolari) dell’omonima opera di Argento, per creare un altro horror, un’altra storia e con essa un altro capolavoro della cinema italiano.
La trama di Guadagnino, sebbene riprenda in linee generali quella di Argento, รจ ambientata nel 1977 (di nuovo!), durante l’Autunno Tedesco, dove si sviluppa la storia di Susie Bannion (interpretata questa volta da Dakota Johnson), che arriva a Berlino, per approfondire i suoi studi di danza moderna. Conoscerร  anche lei la sua Sara (qui Mia Goth), e insieme, tra una prova e l’altra, percorrendo due strade nettamente differenti, capiranno che l’accademia, insieme alle sue insegnanti, custodisce un segreto ben piรน grande di quello della danza, a cui nessuno puรฒ piรน sottrarsi. 
Ovviamene, il film di Guadagnino รจ molto differente rispetto a quello di Argento, e viceversa; entrambi presentano molte differenze e, al contempo, numerosissime analogie, che inizialmente non saltano all’occhio dello spettatore, e che emergono, invece, durante un’attenta riflessione ed analisi dei due film.
Una differenza lampante che possiamo notare รจ l’atteggiamento della protagonista di fronte agli eventi. Sicuramente Guadagnino offre una descrizione della protagonista che va oltre la narrazione della storia: il registra, infatti, fornisce allo spettatore un quadro piรน chiaro della sua Susie, sottolineando, il suo lato malvagio, che รจ dentro di se da sempre e che, lentamente, emerge durante l’evoluzione degli eventi,  la sua tempra e la sua forza che, dapprima, l’hanno portata a ribellarsi alla sua vita semplice e modellata su dogmi e principi religiosi molto rigidi, e successivamente, a non rispettare le regole imposte,  qualunque fossero le conseguenze. La Susy di Argento, invece, รจ una ragazza che conosciamo unicamente per come si mostra durante la narrazione, e il cui atteggiamento rispecchia chiaramente la sua natura, il suo carattere mite, la sua bontร  e la sua ingenuitร  di fronte ad un male che le รจ completamente estraneo. Da ciรฒ, possiamo comprendere come entrambe si pongano in modo differente al susseguirsi degli eventi. La prima, destinata ad un futuro (seppur giร  scritto) diverso da quello di semplice ballerina, comprende che il suo danzare non รจ solo movimento, ma una preparazione a qualcosa di piรน grande e di piรน oscuro, e l’ambizione e la forza crescente che sente dentro di se, la porteranno ad accettare ciรฒ che accade dentro e fuori di lei, ad andargli incontro ed a realizzarlo. La seconda, invece, compreso il segreto, racchiuso tra le pareti di una semplice accademia, e compreso il macabro destino che si sta per compiere, trova il coraggio per opporsi ad esso e la luciditร  per affrontare un pericolo invisibile.  
รˆ interessante, inoltre, come il tema della madre, centrale nella storia di entrambe, ricorra tanto piรน nel film di Guadagnino, quanto meno in quello di Argento. Nel primo, la protagonista ripudia il proprio passato, e con esso anche la propria madre, per accettare un futuro in cui, apparentemente, lo stesso ruolo viene ricoperto da un’altra figura, e ancora, รจ ricorrente il tema della maternitร  in varie scene, sotto forma di tradizione, di racconto, di rito, ecc. Nel film di Argento, invece, non solo non c’รจ alcuna correlazione tra la protagonista e una possibile madre, ma in tutto il racconto, sono pochissime le scene in cui tale tema รจ lampante, seppur sia fondamentale all’interno del racconto stesso. Da ciรฒ, allargando un po’ in piรน la visuale, possiamo notare come la maggior parte dei personaggi, all’interno di entrambi i film, siamo immersi in un’aura di solitudine, come se l’accademia rappresentasse un posto dove ognuno รจ solo (e soprattutto indifeso) di fronte alla cattiveria e al dolore che si diffondono in modo capillare all’interno di entrambe le scuole. 
Interessanti, poi, sono i riferimenti al film di Argento, presenti in quello di Guadagnino:  l’inaspettato  ritorno dell’attrice Jessica Harper, che da protagonista ricoprire ,dopo molti anni, il ruolo della moglie scomparsa del dr.  Klemperer,non solo, la scelta  del nome  “iris” per una delle sale da ballo dove si esibisce Susie, che fa riferimento ai fiori presenti nello studio di  madame Blanche, nel film di Argento, o ancora il gioco di luci che riguardano tutta la scena, aspetto tecnico importante, che nella pellicola di Argento viene utilizzato attraverso l’uso di luci di diversa tonalitร , mentre in quello di Guadagnino viene ripreso, principalmente,  con utilizzo del rosso e del viola. 
Credo che entrambi i film siano simbioticamente connessi, che non si possa vedere l’uno senza aver visto l’altro e che, da soli, non trasmettano quel bagaglio di emozioni e quella bellezza che gli รจ propria e che, inevitabilmente, diventa parte di te. 

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