martedì 9 marzo 2021

Sofia Stefanelli - Questa pandemia...


Questo tempo di pandemia che sta coinvolgendo tutti è certamente molto faticoso ed è ormai un anno che siamo afflitti da questo male. Per noi ragazzi, che per la nostra età abbiamo il desiderio ma anche il bisogno di stare insieme e di condividere, questa vita in lockdown è davvero molto limitante e procura tristezza. L’impossibilità di andare a scuola riduce molto il nostro diritto allo studio e la didattica a distanza ha i suoi limiti: difficoltà di connessione e quindi di buona comunicazione tra studenti e insegnanti. 
Non essere fisicamente in classe fa sentire l’alunno più solo, svogliato con maggiore difficoltà nel concentrarsi. Andare a scuola, inoltre, per ogni adolescente non è solo andare a studiare, a costruire il proprio futuro, ma anche gioire del proprio presente: mi manca incontrare i miei compagni fuori dalla scuola, prima delle lezioni; poter fare merenda e quattro risate nel cortile. 
 Anche le giornate appaiono molte lunghe e noiose, senza la possibilità di distrarsi praticando lo sport preferito. Più volte ho sentito dire che da questa pandemia dobbiamo riflettendo uscirne tutti cambiati, magari migliori. Ho fiducia che questo accadrà, anzi è già accaduto... noi ragazzi sappiamo essere creativi come quando, tornati a scuola, i miei compagni di classe mi hanno fatto trovare un dolcetto con una candelina sul mio banco nel giorno del mio compleanno: certo tutto rigorosamente a distanza, ma questo per me è stato il segno che nessuno vuole rinunciare a manifestare l’affetto, a dire il proprio “ti voglio bene”. 
 Io ho cercato di trasformare quello che ora è negativo in qualcosa che potrebbe essere positivo nel futuro: utilizzare la mascherina, che può essere considerata una cosa negative perché bisogna difendersi da un pericolo, può diventare un segno che ci ricorda la fragilità di tutti gli esseri umani. Poiché tutti dobbiamo usare la mascherina questo può essere per noi un invito ad uscire dal proprio egoismo e iniziare a pensare ad un mondo più solidale e fraterno, attento al prossimo. In particolare, nel futuro spero che ci sia una maggiore attenzione verso i più deboli, che non siano da considerare un peso, ma un’opportunità di amore. Questa pandemia ci ha mostrato tante persone morte sole e talvolta senza una degna sepoltura. Nel futuro che io voglio spero, invece, ci sia un ritorno al passato dove la sepoltura era considerata doverosa, una forma di pietà che dava al defunto la pace e il rispetto. Spero che la vita venga considerata un dono prezioso. Spero si dia più spazio alla ricerca medica e alle cure sanitarie per tutti. Spero che in particolare noi ragazzi possiamo non vedere più lo studio solo come un obbligo e una pagella di voti, ma come un mezzo importante per crescere liberi e le opportunità di scegliere ed agire nella nostra vita. Spero che il fine di tutti sia il bene comune e la condivisione. Spero che usando questa mascherina impariamo a guardarci negli occhi, a dare maggiore importanza alle relazioni umane senza dimenticare che quando si sorride anche gli occhi lo fanno. 

Sofia Stefanelli 

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