Oggi ho camminato molto
Sento le scarpe polverizzarsi al mio tocco
che si fa passo passo più incerto
ho bisogno di scarpe nuove
sono tutte consunte
graffiate
per poco non inciampo ad ogni passo
ma sono le scarpe di un ladro,
quelle che un ladro vorrebbe avere
che sembrano immuni alla forza di gravità
pari al velluto le sento risuonare nel nulla
ho camminato tanto
che le mie scarpe potrebbero parlare
di tutte le cose che hanno visto
di tutti i sassolini che hanno schiacciato con sussulti
e griderebbero di dolore ad ogni passo
attirano gli sguardi della gente
vengono pesantemente schiacciate da mocassini neri tirati a lucido senza neanche un graffio
portano le cicatrici del mondo
e le colpe di chi lo cammina
sanno le storie delle strade
i segreti della vita
sanno da dove vengono e dove andranno
esploratrici di un mondo che hanno già visto
libri che sanno camminare e che nessuno sa leggere
geni incompresi queste scarpe
che lontano mi hanno portato
la passione dona loro il colore,
mi hanno visto amare e rincorrere i miei amati
mi hanno vista ridere e ballare senza un domani
mi hanno vista piangere e soffrire e non hanno saputo correre abbastanza
Nella vita si sente spesso parlare del destino
se-una-cosa-è,-così-deve-essere
il fatto che ogni nostra azione è destinata ad una conclusione e quella conclusione è destinata a sua volta ad evolversi
in un ciclo infinito
nel quale noi siamo messi da parte
a guardare
come le mie scarpe
a volte maledico il destino
lo interrogo
lo supplico
dimmi perché
ogni mio gesto
ogni mia parola
sbagli scelte e passi
possibile che tutto questo mi abbia portato a questo preciso momento
è questo che volevi?
umiliarmi
spogliarmi di tutto
dei vestiti e della dignità
e penso che resterò qui
con queste mani addosso
che lasciano rosse cicatrici
ustionano ogni frammento di pelle
che vigorosamente ti occupi a scoprire
lacerano i tessuti
tirano i miei capelli
se ti potessi guardare negli occhi avrebbero il colore dell’amore
e tu saresti così bello
e mi verresti a salvare
oh potrebbe essere così facile l’amore
perché afferrarlo
trattenerlo con gli artigli
e rinchiuderlo
il rosso dell’amore è un colore forte
anche se non è definito
e con gli artigli
in una frazione di secondo
il tempo di un impercettibile taglio
diventa il rosso dell’odio
e ci vuole ancor meno
a diventare il rosso del sangue
ma lo vedo brillare nei tuoi occhi
e mi sento un vampiro al solo pensiero
solo che è difficile cogliere la precisa sfumatura in essi
e ora che avverto gli artigli sul mio petto
mi spengo e la mia immortalità mi ride in faccia
insieme al destino
e io aspetto
il principe azzurro dagli occhi rossi
che non si vedono dalle foto
ma dimmi
come faccio a guardarti negli occhi
se l’ultima cosa che vedo sono le mie scarpe
Adriana Franzese
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