martedì 9 marzo 2021

Rita Macolino e Maria Adelaide Mancini - Il Giannone e la pandemia

 


Cari lettori, oggi vi confideremo cosa abbiamo provato ad entrare a far parte della grande, imponente e a volte terrificante istituzione del Liceo Classico Pietro Giannone. Non vi nasconderemo che, essendo molto interessate fin da piccole alle discipline letterarie e avendo la passione della scrittura, la nostra scelta non è mai stata un segreto; ma, fantasticare sul momento in cui avremo varcato la soglia del maestoso portone come studentesse ogni volta che ci passavamo davanti, e farlo nella realtà sono due cose ben distinte. 

La prima tappa in assoluto è stata quella dell’open-day. Non ci vergogniamo nell’affermare di aver girato tutta la scuola per ben tre volte di fila, restando affascinate dalle varie aule, dalla palestra e dal cortile centrale e  rimanendo rapite perfino dalle rare scritte sui banchi o sulle porte e dalle storie dietro di esse. Ciò che più ci ha colpito però sono stati i ragazzi e le ragazze impegnati nel presentarci vari progetti di inglese, storia, fisica e molto altro; non tanto per le materie, nulla togliendo ai loro splendidi lavori, ma soprattutto per l’ambiente e il rapporto sereno e affettuoso tra tutti, perfino tra alunni e docenti: le risate, le battute e gli sguardi complici di chi ne ha passate tante insieme. Tutto questo ci ha spinto a desiderare sempre  più di entrare a far parte di questa grande famiglia a cui ora siamo fiere di appartenere. Già sei mesi sono passati, o per meglio dire volati, e non possiamo dire che la nostra sia una scuola facile o leggera, assolutamente no:  è una scuola che spinge, quasi  costringe, ad impegnarsi e a dare il meglio di sé, senza riserve, nello studio come nei rapporti interpersonali. Una scuola che  insegna come affrontare la vita nel modo giusto e come rialzarsi dopo una caduta. Abbiamo avuto modo anche di partecipare a numerose attività alternative, quali l’attività del Clio, quelle dei vari indirizzi o le giornate di cogestione, che aiutano a divertirsi un po’ in maniera più leggera e a conoscersi meglio. Quindi non vi preoccupate, e se state pensando di voler frequentare anche voi il liceo classico, non fatevi fermare da qualche amico o parente che sostiene sia troppo impegnativo, perché sì, un po’ lo è, ma ne vale la pena. Infine è anche un modo per coltivare le vostre vere passioni e farlo nel migliore dei modi, crescendo fisicamente e mentalmente in quella che durante l’adolescenza sarà come una seconda casa, che non potrebbe essere più accogliente. 

Non vi nasconderemo, tuttavia, che l’entrata in questa nuova grande famiglia non ha avuto nulla di simile a come l’avevamo immaginata.

Siamo tutti consapevoli del fatto che il periodo che stiamo vivendo è tutto tranne che facile.

Vivere durante una pandemia mondiale è sicuramente tra le ultime cose che potrebbero essere presenti nella fantasia di due ragazzine adolescenti come noi, chi si sarebbe mai immaginato una situazione del genere?

Le nostre vite, le nostre amicizie, le nostre storie ed i nostri desideri sono cambiati con una velocità esasperante: la spensieratezza delle uscite con gli amici, i pomeriggi passati a parlare, scherzare e ridere insieme, sono diventati dei ricordi pieni di nostalgia.

I sorrisi che eravamo pronti ad accogliere sui nostri volti e ad ammirare sulle labbra degli altri sono stati brutalmente nascosti dalle mascherine; il contatto umano, che era sempre presente e necessario nelle nostre vite , ci è stato negato per un bene maggiore.     

Noi ragazzi eravamo abituati a dimostrarci affetto attraverso i gesti: quante volte è bastato un semplice abbraccio per confortare un amico, una stretta di mano per stabilire un legame o un bacio per esprimere un sentimento? Abbiamo dovuto rinunciare a tutti i piccoli gesti che caratterizzavano il nostro stare insieme ed è stato difficile per ognuno di noi.

Per noi realizzare un cambiamento importante, come entrare per la prima volta nel liceo, in queste condizioni non è stato per niente facile: avevamo immaginato il modo perfetto per trovare dei banchi vicini nella posizione giusta, avevamo fantasticato sulle nuove amicizie o sui volti e sui caratteri dei nostri nuovi compagni e non vedevamo l’ora  in cui avremmo potuto finalmente iniziare questa nuova avventura… poi i nostri piani sono stati inaspettatamente stravolti ed abbiamo passato gli ultimi mesi senza capire cosa stesse succedendo, senza avere il tempo ed i mezzi per prepararci a tutte le restrizioni a cui siamo andati incontro. 

Questa pandemia non è ancora finita, i cambiamenti a cui la nostra vita è stata soggetta non sono svaniti, siamo ancora qui spaventati da un virus che non ci permette di essere liberi.

Noi, però, vogliamo vincere. Vogliamo poter ricominciare a guardarci senza l’ostacolo della mascherina, vogliamo poterci abbracciare senza avere paura, vogliamo andare a scuola, fare amicizia…vogliamo vivere.

Ma, per vincere, bisogna combattere.

Aiutiamoci, facciamoci coraggio l’un l’altro.

Anche questo periodo ci ha insegnato tanto: ora diamo più importanza alle piccole cose. Abbiamo imparato ad abbracciarci con lo sguardo e a sorridere con gli occhi.

Siamo più uniti perché, forse, abbiamo capito di non poter pensare solo a noi stessi, siamo tutti essere umani, pezzi di un unico puzzle: da soli siamo deboli ed indifesi ma se ci uniamo, possiamo sconfiggere anche questo enorme mostro che è entrato a far parte delle nostre vite da ormai troppo tempo. 

In conclusione questa scuola ci ha conquistate prima che noi ci entrassimo, ma ora che ne facciamo parte vorremmo tanto poterla vivere davvero, non solo attraverso uno schermo.  

Rita Macolino e Maria Adelaide Mancini 


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