mercoledì 26 febbraio 2020

Giulio Miele - Coronavirus: psicosi o realtà



Il virus cinese “Coronavirus” è approdato in Italia da un mese e i contagi aumentano esponenzialmente. Coronavirus è il nome non scientifico del virus SARS-CoV-2, arrivato in Italia e confermato già dal 31 Gennaio. Tra i primi casi confermati vi erano in maggioranza turisti di originalità cinese, subito trasferiti allo Spallanzani di Roma. Ma il vero allarme nazionale è iniziato da pochi giorni. L’epidemia è cominciata, con contagi di cittadini italiani confermati, solo nei giorni scorsi. Ad aumentare l’allarme non è mancato certo il contributo dei social-media, con cui i cittadini sono in continuo contatto. Questo virus, nello specifico, non rappresenta solo un pericolo per l’Asia, l’Europa, la Cina o l’Italia. Ma lo rappresenta in ambito sociale, nella nostra organizzazione giornaliera, nella nostra visione delle cose, delle persone. Il meccanismo di chiusura, che già si è andato affermandosi da qualche anno a questa parte, ed in particolare negli ultimi due, con la questione “Coronavirus”, non farà che peggiorare sempre di più. Le reazioni degli stati e dei singoli sembrano quasi concatenate, con una serie bizzarra di eventi. “Si è sempre il contagiato di qualcun altro”. Tenendo presente gli episodi, a partire dall’inizio del contagio, nella città di Wuhan, nella regione di Hubei, Cina, si avvia la “saga apocalittica”. All’inizio del contagio abbiamo assistito ad un vero e proprio sbarramento dei confini, sia di terra, d’aria, che di mare con la Cina. Le ingenti spese che la Cina ha dovuto sostenere per la ricerca contro il virus, la perdita di preziosi accordi commerciali e la sospensione di svariate attività, come quelle industriali, ha fatto precipitare drasticamente l’economia della nazione stessa e di quelle che ne avevano accordi. Fino a qui sembrerebbe tutto normale, se non fosse per fattori che hanno accomunato molti stati, anche europei, come l’Italia. I ristoranti cinesi hanno iniziato ad avere cali drastici di clientela, con continui controlli sanitari. C’è da considerare che i cinesi, lavorando in altri paesi, non avrebbero potuto avere il tempo di avere contatti con il loro paese d’origine. Le discriminazioni sono continuate anche contro singoli individui, in particolare all’interno di luoghi e mezzi pubblici.
Molti politici in Italia hanno colto l’occasione per ribadire l’errore del governo nel voler, comunque, far sbarcare alcuni immigrati in Italia. Il virus, non è però stato portato dagli immigrati su barconi, dove le condizioni igieniche sono molto scarse, ma da passeggeri italiani, sulle cabine degli aerei, a volte anche di prima classe, che intraprendevano rapporti con l’estero, in particolare la Cina. Ma sono state trovate svariate falle anche nel governo attuale, che probabilmente avrebbe dovuto muovere prima una chiusura dei confini e maggiori controlli, per evitarne la diffusione.
Il paziente zero dei primi focolai settentrionali, tra cui del Veneto e della Lombardia, non è ancora stato trovato. Ciò sarebbe stato utile per capirne le cause, dato che la maggior parte dei voli diretti erano già stati bloccati dal governo. Nelle regioni colpite si sono verificati veri e propri eventi “apocalittici”, causati dal terrore per la diffusione del contagio, come la corsa ai supermercati, nei quali sono terminati quasi tutti i prodotti, nel giro di sole dodici ore. Ogni famiglia ha iniziato a fare scorte di acqua e cibo, quasi come ci fosse una possibile futura “lotta per la sopravvivenza”. Fautrici della preoccupazione sono sicuramente state le fake-news, che da qualche giorno stanno circolando in internet. Comunque sia, il Corona-virus non è ad alto tasso di mortalità, soprattutto per le fasce di popolazione dagli 1 ai 65 anni, con valori tra lo 0,2% e il 2% e, nelle fasce più elevate, come gli over 80, con valori non superiori al 14.8%. Privilegiando soggetti già affetti da malattie respiratorie. Molti scienziati affermano, oltretutto, che il virus, probabilmente, fosse già presente in alcuni stati e che si fosse già diffuso, precedentemente. C’è da valutare, quindi, il giusto modo di prendere questo contagio, rispettando le dovute precauzioni, come quella più semplice di lavarsi le mani. Ma non scordandosi mai che il panico serve solo ad essere poco lucidi, soprattutto in situazioni con un impatto sociale così elevato.

Nessun commento:

Posta un commento