Il virus cinese “Coronavirus” è approdato in Italia
da un mese e i contagi aumentano esponenzialmente. Coronavirus è il nome non
scientifico del virus SARS-CoV-2, arrivato in Italia e confermato già dal 31
Gennaio. Tra i primi casi confermati vi erano in maggioranza turisti di
originalità cinese, subito trasferiti allo Spallanzani di Roma. Ma il vero
allarme nazionale è iniziato da pochi giorni. L’epidemia è cominciata, con
contagi di cittadini italiani confermati, solo nei giorni scorsi. Ad aumentare
l’allarme non è mancato certo il contributo dei social-media, con cui i
cittadini sono in continuo contatto. Questo virus, nello specifico, non
rappresenta solo un pericolo per l’Asia, l’Europa, la Cina o l’Italia. Ma lo
rappresenta in ambito sociale, nella nostra organizzazione giornaliera, nella
nostra visione delle cose, delle persone. Il meccanismo di chiusura, che già si
è andato affermandosi da qualche anno a questa parte, ed in particolare negli
ultimi due, con la questione “Coronavirus”, non farà che peggiorare sempre di
più. Le reazioni degli stati e dei singoli sembrano quasi concatenate, con una
serie bizzarra di eventi. “Si è sempre il contagiato di qualcun altro”. Tenendo
presente gli episodi, a partire dall’inizio del contagio, nella città di Wuhan,
nella regione di Hubei, Cina, si avvia la “saga apocalittica”. All’inizio del
contagio abbiamo assistito ad un vero e proprio sbarramento dei confini, sia di
terra, d’aria, che di mare con la Cina. Le ingenti spese che la Cina ha dovuto
sostenere per la ricerca contro il virus, la perdita di preziosi accordi
commerciali e la sospensione di svariate attività, come quelle industriali, ha
fatto precipitare drasticamente l’economia della nazione stessa e di quelle che
ne avevano accordi. Fino a qui sembrerebbe tutto normale, se non fosse per
fattori che hanno accomunato molti stati, anche europei, come l’Italia. I
ristoranti cinesi hanno iniziato ad avere cali drastici di clientela, con
continui controlli sanitari. C’è da considerare che i cinesi, lavorando in
altri paesi, non avrebbero potuto avere il tempo di avere contatti con il loro
paese d’origine. Le discriminazioni sono continuate anche contro singoli
individui, in particolare all’interno di luoghi e mezzi pubblici.
Molti politici in Italia hanno colto l’occasione per
ribadire l’errore del governo nel voler, comunque, far sbarcare alcuni
immigrati in Italia. Il virus, non è però stato portato dagli immigrati su
barconi, dove le condizioni igieniche sono molto scarse, ma da passeggeri
italiani, sulle cabine degli aerei, a volte anche di prima classe, che
intraprendevano rapporti con l’estero, in particolare la Cina. Ma sono state
trovate svariate falle anche nel governo attuale, che probabilmente avrebbe
dovuto muovere prima una chiusura dei confini e maggiori controlli, per
evitarne la diffusione.
Il paziente zero dei primi focolai settentrionali, tra
cui del Veneto e della Lombardia, non è ancora stato trovato. Ciò sarebbe stato
utile per capirne le cause, dato che la maggior parte dei voli diretti erano
già stati bloccati dal governo. Nelle regioni colpite si sono verificati veri e
propri eventi “apocalittici”, causati dal terrore per la diffusione del
contagio, come la corsa ai supermercati, nei quali sono terminati quasi tutti i
prodotti, nel giro di sole dodici ore. Ogni famiglia ha iniziato a fare scorte
di acqua e cibo, quasi come ci fosse una possibile futura “lotta per la
sopravvivenza”. Fautrici della preoccupazione sono sicuramente state le
fake-news, che da qualche giorno stanno circolando in internet. Comunque sia,
il Corona-virus non è ad alto tasso di mortalità, soprattutto per le fasce di
popolazione dagli 1 ai 65 anni, con valori tra lo 0,2% e il 2% e, nelle fasce
più elevate, come gli over 80, con valori non superiori al 14.8%. Privilegiando
soggetti già affetti da malattie respiratorie. Molti scienziati affermano,
oltretutto, che il virus, probabilmente, fosse già presente in alcuni stati e
che si fosse già diffuso, precedentemente. C’è da valutare, quindi, il giusto
modo di prendere questo contagio, rispettando le dovute precauzioni, come
quella più semplice di lavarsi le mani. Ma non scordandosi mai che il panico
serve solo ad essere poco lucidi, soprattutto in situazioni con un impatto
sociale così elevato.
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