lunedì 8 febbraio 2021

Francesca Pucillo - Quarantena: la più grande sfida del secolo per i ragazzi

 


Nell’ultimo anno, tutti noi abbiamo dovuto affrontare una grande sfida, imposta dalla drammatica situazione che stiamo vivendo: la quarantena. Improvvisamente, abbiamo visto strade svuotarsi, saracinesche abbassarsi temporaneamente, o persino definitivamente per alcune piccole attività, e telegiornali parlare prevalentemente di questa spiacevole situazione.

Le nostre case sono diventate l’isola protetta in cui abbiamo passato mesi, tra lezioni a distanza e smartworking, e tutto ciò ha influito moltissimo sulle nostre vite, anche, e forse soprattutto, su quelle dei giovani, i quali hanno visto la loro quotidianità mutare in un costante stato di incertezza nel futuro e di come avrebbero vissuto gli anni migliori della propria vita. 

In questo periodo, nel nostro vocabolario sono entrate a far parte parole nuove, come la DAD, un’alternativa alla scuola in presenza che ha causato forti disagi per i ragazzi, soprattutto per coloro che, sprovvisti di una connessione stabile o di un computer, hanno dovuto attrezzarsi a dovere. 

Le difficoltà però non hanno riguardato solamente i mezzi di comunicazione, ma anche la mentalità degli studenti, che hanno affermato di aver incontrato molti disagi nell’attenzione e nell’apprendimento, anche perché non mossi più dalla stessa voglia di impegnarsi che avevano in presenza. Inoltre, ritenuta più pesante e stressante, ha anche influenzato il sonno di molti, che hanno dichiarato di non riuscire più a dormire con ritmi costanti, ma con risvegli improvvisi o con scarsa capacità di addormentarsi ad orari adeguati.

Rimanere a casa, oltre ad essere estenuante su alcuni punti di vista, su altri è stato considerato anche noioso, così tanto che, come abbiamo visto sui social network, moltissimi italiani hanno deciso di spendere il loro tempo libero cimentandosi nella cucina e negli allenamenti “fai da te”,  ma questa situazione è riuscita persino a cambiare le abitudini alimentari dei ragazzi, portandoli a cercare cibo spazzatura nelle proprie dispense ad ogni ora o, in altri casi, a sottoporsi a diete estreme e allenamenti devastanti, che hanno provocato anche disturbi alimentari.

Oltre la mente, in alcuni casi, è mutato anche l’aspetto emotivo dei giovani, che può essere influenzato da notevoli sbalzi d’umore, attacchi di panico e crisi di pianto, che alterano l’equilibrio psicologico del soggetto, a causa anche di ambienti tossici in cui si è obbligati a vivere 24 ore su 24.

Nonostante tutto, alcuni di noi sono riusciti persino a ritrovare se stessi e un proprio equilibrio, traendo il meglio da questa condizione e migliorandosi e cambiando, in positivo, il loro modo di essere.

Dopo questo periodo, tutti siamo fiduciosi nel fatto che ognuno di noi riuscirà a riprendere in mano la sua vita come prima e che imparerà a cogliere la mutabilità degli attimi che viviamo e l’imprevedibilità di quelli che ancora non si sono concretizzati, sperando che il virus ci insegni a guardare con occhi diversi ogni minimo gesto, abbraccio e momento di assoluta spensieratezza, che prima davamo per scontato, ma che, ora, è quasi un’utopia.

Francesca Pucillo




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