lunedì 31 maggio 2021

Benedetta Cavuoto - Battiato: il maestro rivoluzionario

 

Francesco Battiato (noto a tutti come Franco) è nato in Sicilia il 23 marzo del 1945, ed è stato uno dei musicisti più importanti del secondo Novecento in Italia. 

Battiato è stato uno degli artisti più articolati e multiformi della storia della nostra musica, coraggioso, innovatore. È stato poeta, scrittore, pittore e anche regista.

Grazia, sua madre, morì nel 1994, causandogli un trauma. Aveva un legame molto stretto con lei e la sua assenza riecheggia in molte canzoni. Non si è mai sposato e non ha mai avuto figli; gli unici parenti che possedeva erano il fratello e la nipote. 

È morto nella sua casa a Milo, dove si era ritirato dalla sua carriera, a 76 anni, il 18 maggio 2021. 

Era un uomo con un carattere molto riservato e chiuso. In molte delle sue interviste ha affermato di non aver mai avuto un buon rapporto con le donne, come quando disse che solo a volte venivano a stare da lui alcune sue amiche, ma che dormivano entrambi in camere separate. 

È stato un musicista e cantautore molto versatile, è passato dal pop al rock e poi ha sperimentato anche nella musica classica, dopo gli inizi nell’ambito della musica elettronica. 

Le canzoni di Battiato rappresentano una rivoluzione nel mondo della musica, andando oltre i principi della canzone italiana e conquistandosi, con canzoni come La Cura e Centro di gravità permanente, fama anche presso il pubblico giovanile di oggi. 

Il Maestro ha dedicato molto attenzione, in tutta la sua opera, al tema della morte da cui non era spaventato. Spesso ha ripetuto che nel corso della vita si era educato ad affrontare il passaggio ad un’altra dimensione dell’esistenza. 

Battiato è l’archetipo di un cantautorato coltissimo e nel contempo lanciato sempre verso nuove sfide, seppure alla ricerca di «un centro di gravità permanente», come dice la canzone del suo album più celebre, La voce del padrone (1981). Nella dimensione caotica della vita contemporanea è necessario trovare un luogo di quiete, «un oceano di silenzio». 

Dalla sua opera emerge un costante invito rivolto a ciascuno di noi, nei momenti di smarrimento, a fermarsi, cercando l’asse stabile intorno cui far ruotare l’esistenza irta di ostacoli:


Cosa avrei visto del mondo

senza questa luce che illumina

i miei pensieri neri?


Benedetta Cavuoto


Nessun commento:

Posta un commento