martedì 26 maggio 2020

Elena Pizzi Romano - Fenice

Un disegno di Osamu Tezuka
Ai confini della coscienza
Giace il cadavere del nostro rapporto
L’hai ucciso lentamente
Logorandone ogni parte
Con furia e ardore
In una lettera è scritta la sentenza
E a cambiarla non sarà il tempo 
Né l’umana debolezza
Ho smesso di essere fragile
E sarai tu ad accettare termini
Stabiliti da me
Voluti da me
Niente compromessi
Fermati e osservami camminare
La Sorte bacia gli audaci
Chi per anni si è piegato dinanzi ad essa
Gode di un certo vantaggio
A volte si deve ammettere la propria limitatezza
E fare i conti con le conseguenze 
Ma preferisco mille notti di terrore 
A un altro giorno in cui mi sento niente 
Passo dopo passo, al calar del sole
Mi avvicino alla terra abitata
Saluto con un cenno la folla
Che non nota il mio passaggio
Tesso giudizi sulla tela del silenzio
Illudendomi di non essere un punto indistinto
In un cosmo troppo grande per voci insulse
Ora chiedo a me stessa
Se mi è concesso indugiare 
Su una pozza di sangue 
Ma non mi rimprovero nulla 
Io e te siamo morti nello stesso giorno
Ma io sono rinata dalle ceneri
E ti dico: «Addio!»

Elena Pizzi Romano (III F)

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